

Basta casi Legnano, Tridico e Savona: Audizioni Pubbliche ora!
Riparte il futuro rilancia la proposta di audizioni pubbliche non solo per le municipalizzate ma per tutte le nomine a livello nazionale
Le audizioni pubbliche per mitigare il danno dovuto all’assenza di leggi che regolamentino i conflitti d’interesse e che vietino il revolving door (il passaggio da ruoli politico-elettivi di vertice a incarichi altrettanto di prestigio in enti, aziende e autorità).
È quanto proponiamo con il paper “Audizioni pubbliche: ovvero come mitigare il rischio di nomine discutibili ai vertici delle partecipate”.
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Partendo dal recente caso del Sindaco di Legnano Fratus, arrestato per nomine legate a logiche clientelari, e passando per quelli dell’ex Ministro Paolo Savona, passato dal Ministero degli Affari Europei alla Presidenza di CONSOB, e di Pasquale Tridico che, dopo aver lavorato al reddito di cittadinanza come consulente del Ministro Di Maio, è stato nominato a capo dell’INPS, crediamo nell’importanza delle audizioni pubbliche non solo per le nomine delle municipalizzate – come già richiesto ai candidati sindaci in occasione della campagna Sai Chi Voti per le elezioni amministrative del 2016 e 2017 – ma anche per quelle nazionali.
Le audizioni pubbliche “ribaltano il meccanismo delle nomine: non si decide più al chiuso di una stanza, ma chi aspira a ricoprire un ruolo di vertice in un’autorità o in qualsiasi ente e azienda pubblica partecipa a una “selezione” trasparente”. Una selezione “trasparente” resa possibile dalla pubblicazione online del curriculum del candidato e con una sua selezione attraverso audizione cui abbiano accesso anche giornalisti, associazioni e cittadini nel corso della quale in modo comparativo si vaglino (anche con domande dirette) i curricula dei candidati sulla base della coerenza con l’incarico a cui si aspira considerando anche i precedenti penali e i potenziali conflitti d’interesse. Nel corso di queste audizioni il candidato potrebbe anche illustrare i propri piani e il programma da portare avanti qualora nominato al vertice dell’ente.
Per le proposte operative relative a questo sistema innovativo di “audizioni pubbliche” per le nomine a livello nazionale si rimanda alla lettura del paper.
«Non intendiamo certo proporre la sostituzione delle audizioni parlamentari per quelle nomine che la prevedano. Ci mancherebbe: il ruolo di controllo del Parlamento è fuori discussione, ma pensiamo di aggiungere un elemento di “democrazia partecipativa” che integri le funzioni di controllo già in essere», dichiara Federico Anghelé, nostro responsabile Relazioni Istituzionali.
«Per il nostro Paese questa disposizione sarebbe un segnale importante anche nei confronti dei partner europei e di quanti decidono, dall’estero, di investire nel nostro Paese. La trasparenza e la selezione di classi dirigenti migliori sono elementi fondamentali per far veramente Ripartire l’Italia; non sono certo orpelli o graziose concessioni», conclude Anghelé.
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