

Morto Uccio, il cane antimafia, la Colombia fallisce il referendum anticorruzione, polemiche su Autostrade e Mose
Le notizie di corruzione della settimana
Addio fedele Uccio
Questa settimana il mondo della lotta alla mafia ha perso la sua più tenera e instancabile mascotte: il cane "guardiano" Uccio. Al Tribunale di Palermo volevano tutti bene a questo grosso cagnone bianco che spesso si accucciava ai piedi delle statue di Falcone e Borsellino. Tempo fa era stato investito da una macchina e i colleghi del Tribunale avevano organizzato una colletta per pagare l’operazione. È morto a casa di una poliziotta che lo ha curato negli ultimi giorni in cui le sue condizioni di salute erano peggiorate.
Referendum a vuoto in Colombia
Nulla di fatto e molta amarezza per la Colombia, dove il referendum sulle norme anticorruzione tenutosi il 26 agosto non ha raggiunto il quorum: i votanti sono stati di poco inferiori ai 12 milioni necessari per la validazione (ovvero un terzo dei 36,4 milioni con diritto di voto). Si votava per inasprire le pene per chi viola la legge e per una maggiore trasparenza. In particolare: riduzione dello stipendio dei membri del Congresso e degli alti funzionari dello Stato, pene detentive più severe per i condannati per corruzione, contrattazioni più trasparenti, maggiore partecipazione dei cittadini nelle decisioni per la spesa pubblica, maggiore trasparenza sulla gestione dei soldi da parte dei membri del Congresso e rendicontazioni puntuali, limite di tre mandati per gli incarichi nelle società pubbliche. Un’occasione mancata per combattere l'illegalità in un paese che occupa il 96esimo posto nella classifica di percezione della corruzione di Transparency International.
Arresto illustre in Kenya
In un altro Paese vessato dallo stesso fenomeno, il Kenya, è stata arrestata con l’accusa di corruzione e arricchimento illegale niente meno che Philomena Mwilu, vicepresidente della Corte Suprema. Mwilu aveva fatto parte del collegio giudicante che aveva annullato la rielezione del presidente Uhuru Kenyatta nell’agosto del 2017, una decisione storica che aveva portato all’organizzazione di un secondo voto boicottato dall’opposizione e vinta dallo stesso Kenyatta.
Mose senza fine
Il Mose continua a galleggiare nella Laguna di Venezia suscitando ondate di polemiche che vanno e ritornano a intervalli regolari. A esprimersi su di esso è stato recentemenre il ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Nuova Venezia": "Il Mose? - ha detto Toninelli - È sinonimo di sprechi e corruzione. Sulla sua efficacia esistono molti dubbi, francamente mai avrei permesso un progetto simile". Quest’opera di alta ingegneria che avrebbe dovuto risolvere il problema dell’Acqua Alta a Venezia è costata allo Stato italiano fino ad oggi 6 miliardi di euro. Ma sarà mai ultimata e resa funzionante? "Si tratta di una enorme catena di sprechi e corruttele - ha rimarcato il ministro - È una questione estremamente complessa, al netto degli intoppi, manca poco al suo completamento. Sono emerse criticità che andranno risolte".
Trasparenza Autostrade
Il ministro Toninelli si è espresso anche sul tema della trasparenza di Autostrade, tragicamente all’ordine del giorno dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. “In Italia si è deciso di privatizzare senza fare mercato, senza vera concorrenza. Si è trasferito un monopolio dalla mano pubblica a quella privata. Senza nemmeno istituire da subito una efficiente Autorità regolatrice”, ha detto il ministro 5 Stelle commentando anche la decisione di Autostrade per l’Italia di rendere nota la convenzione con il ministero dei Trasporti finora secretata: “Dopo quasi 20 anni dalla privatizzazione, dopo 20 anni di segreti e di omissis, Autostrade per l’Italia oggi ha deciso improvvisamente di voler fare trasparenza, cercando di far apparire il proprio gesto come spontaneo e dettato da un autonomo desiderio di venire incontro all’interesse pubblico. Lo ha fatto dopo i 43 morti di Genova ma in precedenza la stessa Società ci aveva formalmente diffidato dalla pubblicazione minacciando azioni legali». Qui il video del discorso integrale.
Condannato ex manager FCA
Alphons Iacobelli, l'ex manager di Fca (Fiat Chrysler Automobiles), è stato condannato a cinque anni e mezzo per aver corrotto sindacalisti di Uaw (United Automobile, Aerospace and Agricultural Implement Workers of America ) in cambio di favori nelle trattative sul costo del lavoro, allo stesso tempo arricchendosi personalmente e evadendo le tasse sui suoi guadagni illeciti. Secondo l'accusa la rete corruttiva era pre-esistente all'arrivo di Iacobelli ed è continuata anche in seguito. Per questo si sppone che la vicenda non sia finita qui. Gli investigatori non hanno mancato di sottolineare che Iacobelli riportava dirreamente a Sergio Marchionne per alcune questioni.
Partecipa alla discussione