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17 giugno 2014

La corruzione protagonista di un romanzo

Foto dell’autore Daniele Caporale

Lettura 3 min • Inizia la discussione
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carlo-mazzaCi sono molti modi per raccontare la corruzione in Italia nonostante si tratti di un fenomeno oscuro, ambiguo e per questi motivi difficile da affrontare. Si è cimentato nell’impresa anche lo scrittore Carlo Mazza nel suo “Il cromosoma dell’orchidea”, in libreria per E/O, collana SabotAge. Si tratta di una storia ambientata nella Puglia dei giorni nostri, dove un sindaco candidato alla sua riconferma, Gabriele Lovero, si trova a dover decidere se accettare la proposta di aiuto di un consumato senatore, Barracane. Quest’ultimo è, come accade in molte regioni italiane e non solo al Sud, il secolare manovratore elettorale del territorio, ma anche chi garantisce che i vecchi interessi condizionati da decenni di mazzette continuino a perpetrarsi, in particolare quelli dei palazzinari. Lovero è di fronte a un bivio: ereditare i “soliti voti” di Barracane significherebbe dormire sonni tranquilli verso un facile trionfo alle urne, ma anche trasformarsi nel burattino di un potente e consumato corrotto.


A far da comprimaria alla vicenda politica c’è l’indagine nella quale si muove il Capitano Antonio Bosdaves, personaggio già apparso in un precedente libro di Mazza, “Lupi di fronte al mare”. Questa volta il protagonista si occuperà del presunto suicidio del suo amico d’infanzia, Luigi Vinciguerra, rinvenuto col cranio fracassato nell’anfratto di una di quelle cave (ad alto rischio idrogeologico) attorno alle quali si muovono i progetti edilizi dei sostenitori di Barracane. Un caso mai risolto e caduto in un silenzio sospetto almeno gli occhi del Capitano Bosvades, che bene conosceva Vinciguerra e il suo carattere da giusto che spesso si scagliava contro i potenti.

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