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27 agosto 2014

La Carta di Pisa, un nuovo codice etico al servizio dei Comuni

Foto dell’autore Laura Ghisellini

Lettura 3 min • Inizia la discussione
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slider_ethicsDopo aver discusso di Anagrafe degli eletti e trasparenza economica dei comuni, arriviamo ora al terzo punto della delibera “Trasparenza a costo zero”, che 75 comuni aderenti a Riparte il futuro sono chiamati ad adottare. Parleremo di quel codice etico in cui l’integrità e l’etica s’incrociano, sfociando in un percorso univoco che va sotto il nome di Carta di Pisa.


Ma prima ancora, che cosa è un codice etico? E perché ne chiediamo l’adozione?

Il riferimento è all’antico e complesso dibattito sulla moralità e sulle leggi universali alle quali dovrebbero ispirarsi le nostre azioni; in particolare, un codice etico definisce l’insieme dei principi di condotta, basati su criteri di adeguatezza e opportunità, a seconda del contesto sociale, culturale o professionale nel quale ci si ritrova. Di per sé è in qualche modo un controsenso, perché per definire i valori non ci sarebbe bisogno di carte. Tuttavia è importante metterli nero su bianco, sottolineando le opportune garanzie.

Dal 2013 lo Stato si è dotato di un nuovo Codice di comportamento per le Pubbliche amministrazioni, attraverso il DPR n. 62 del 16 aprile 2103. E' previsto inoltre che tutti gli enti locali si dotino di un proprio codice etico. Questo deve contenere le prassi alle quali tutti i dipendenti di qualunque livello devono riferirsi, integrando il codice di comportamento nazionale.

Il rischio che tutto ciò rimanga solo sulla carta è molto elevato, perciò  la delibera “trasparenza a costo zero” chiede un impegno in più da parte di tutti gli enti locali affinché sottoscrivano uno strumento efficace, capace di contenere tutte le linee guida per lo sviluppo di una migliore etica comune: appunto la Carta di Pisa.

Promossa da Avviso Pubblico, sostenitore della campagna Riparte il futuro, e portata a compimento dopo un anno di lavoro del gruppo di esperti coordinati dal Prof. Alberto Vannucci dell’Università di Pisa, la Carta prevede clausole e sanzioni sia per il livello amministrativo che per quello politico. Una garanzia in più a tutela del codice stesso.

E’ quindi fondamentale che venga promossa, condivisa, interiorizzata, discussa, affinché sia conosciuta e applicata dentro e fuori dalle Istituzioni. Sarà necessaria una formazione specifica sul tema dell’integrità pubblica (cosa che la stessa legge anticorruzione prevede) e la diffusione allargata alla cittadinanza. Tutti aspetti compresi nella richiesta di Riparte il futuro.

Francesco Quarta

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