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9 ottobre 2013

"La corruzione è un reato contro la crescita economica" Paolo Mieli intervista Pietro Grasso (2° puntata di Eco della Storia, Rai Educational)

Foto dell’autore Laura Ghisellini

Lettura 3 min • Inizia la discussione
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Per chi se la fosse persa ecco l'intervista di Paolo Mieli a Pietro Grasso nella seconda puntata del ciclo Eco della Storia (Rai Educational). Titolo della puntata: "Corruzione".
"Una cosa è certa: la corruzione è un reato contro la crescita economica perché produce un maggior costo delle opere pubbliche - esordisce l'ex procuratore nazionale antimafia oggi presidente del Senato Pietro Grasso - In ogni caso con gli stessi finanziamenti se ne possono fare di meno o rimangono non completate o eseguite non a regola d'arte. D'altro canto, i soldi che invece percepiscono i singoli poi non vengono investiti in risorse per lo sviluppo e la ricerca o per nuovi investimenti, e comunque vengono sottratti all'imposizione fiscale e dunque il danno è doppio: il costo della corruzione, che ammonta a 60 miliardi di euro, è un costo che incide su tutta l'economia". Secondo l'ex procuratore la situazione da tangentopoli ad oggi è addirittura peggiorata. "Non si è usata quell'esperienza per trovare le contromisure. Sono diminuiti i controlli sia nella pubblica amministrazione sia più in generale. Alcuni reati sono stati addirittura eliminati come l'abuso in atti d'ufficio, l'interesse privato è stato ridimensionato e poi si sono trovate delle contromisure per evitare il più possibile l'accertamento della corruzione.
Inoltre esiste anche "un problema etico e di professionalità ai vertici della dirigenza della pubblica amministrazione e ai vertici della dirigenza politica". "Io - conclude Pietro Grasso - faccio spesso appelli, il più delle volte inascoltati, all'etica, a una nuova politica, a un rinnovamento e della politica e della dirigenza burocratica che porti veramente a un futuro migliore per questo Paese".
Pietro Grasso ha aderito alla campagna Riparte il futuro contro la corruzione fin dai primi giorni dal lancio. In varie occasioni si è speso per accelerare l'iter di riforma dell'articolo 416 ter sul voto di scambio politico-mafioso, come richiesto dal testo della petizione. La riforma è tuttavia ancora in sospeso in Commissione Giustizia del Senato e 300.000 italiani attendono che il testo venga migliorato e approvato, pur con notevole ritardo rispetto alle previsioni. Perché la grande opera di mobilitazione e di dialogo tra istituzioni e società civile innescata dalla campagna di Libera e Gruppo Abele, non risulti vana. Al contrario: deve rappresentare l'inizio di un lungo cammino di riforme per debellare questo problema gravissimo, tropppo spesso lasciato ai margini dall'agenda politica (FIRMA LA PETIZIONE »)
Ascoltiamo le parole di Grasso:

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