

Polemica sui magistrati politici, poliziotti che sussurrano ai pregiudicati e dati trasparenti in Europa
Le notizie della settimana su corruzione e dintorni
Bonafede: stop ai magistrati-politici
“Vogliamo impedire, per legge, che un magistrato che abbia svolto incarichi politici elettivi possa tornare a svolgere il ruolo di magistrato requirente o giudicante - ha dichiarato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede incontrando il Consiglio Superiore della Magistratura - Questo garantisce un maggiore consolidamento dei principi di autonomia, imparzialità e terzietà della magistratura”. Inoltre, ha aggiunto il guardasigilli “la lotta alla mafia e quella alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile. L'alto livello di percezione della corruzione rappresenta un elemento di grave preoccupazione, sia sotto il profilo della qualità di vita dei nostri cittadini troppo spesso rassegnati al pensiero di dover convivere con fenomeni corruttivi, sia sotto il profilo della mancata attrazione di investimenti dall'estero in una economia che appare, e spesso lo è, alterata da pressioni e comportamenti illegittimi”.
Poliziotti in manette
Fornivano indicazioni sui processi nei quali era coinvolto un uomo legato ai clan. Con questa accusa i carabinieri del nucleo investigativo di Roma e gli agenti della Squadra mobile hanno fatto scattare le manette per sei colleghi agenti di polizia, l'imprenditore pregiudicato Carlo D'Aguano e una dipendente della procura di Roma, Simona Amadio (candidata alle elezioni amministrative del 2016 nella lista leghista Noi con Salvini). Un settimo poliziotto è stato raggiunto da una misura interdittiva. Nei giorni seguenti è andata a fuoco la Maserati dell’imprenditore D’Aguano. Secondo le ricostruzioni, Amadio entrava nelle banche dati dei magistrati e riferiva notizie segrete a quest'ultimo in cambio di sostegno nell’acquisto di due auto e la promessa di “cambiare vita”.
Toghe nel mirino
Proprio in contemporanea con il discorso di Bonafede è stata rivelata al Corriere della Sera la notizia che a Venezia risultano indagati due magistrati per corruzione in atti giudiziari. Cuore dell’indagine il tentativo di condizionare le procedure di nomina del Csm. L’inchiesta ha per protagonista un curatore fallimentare che avrebbe organizzato e pagato (cena e pernottamento) la trasferta a Roma di due magistrati lombardi e di un giudice penale di Cremona con l’obiettivo di sponsorizzare la candidatura di un nome favorito. Come fa notare Il Fatto Quotidiano, se questi comportamenti siano penalmente rilevanti sarà un giudice a stabilirlo e anche se sia materia da illecito disciplinare.
Dati trasparenti in Europa
Passo avanti in termini di trasparenza dei dati presso le Istituzioni europee: è stato raggiunto un accordo fra Europarlamento, Consiglio e Commissione europea per archiviare e processare i dati senza più “barriere” in nome della libera circolazione. Fatta eccezione per i dati personali. Si stima che la manovra potrà generare una crescita aggiuntiva del Pil pari al 4% entro il 2020, corrispondente a circa 739 miliardi di euro. Un passo in avanti anche per rafforzare la digitalizzazione dell’economia e dello spazio pubblico.
Il report Anac sul whistleblowing
L'Autorità nazionale anticorruzione ha presentato in questi giorni il rendiconto sul whistleblowing sui dati aggiornati da giugno 2017 a maggio 2018. Si tratta del primo report pubblicato a seguito dell’entrata in vigore della nuova legge (n.179/2017) sulla protezione di chi segnala illegalità e corruzione sul posto di lavoro a dicembre dell’anno scorso. Un traguardo ottenuto grazie al contributo della società civile che ha fatto pressione sulle Istituzioni con la campagna #VociDiGiustizia promossa da Riparte il futuro e Transparency International. Il numero di segnalazioni aumenta (più del dopppio): sono state 621 negli ultimi cinque mesi contro le 893 dell’anno scorso. Tuttavia la strada per l'efficienza dell'istituto è ancora lunga. Malagestione, nomine illegittime, appalti truccati tra le "malefatte" più segnalate.
Acido ialuronico in cambio di viaggi
Viaggi in cambio dell’acquisto di acido ialuronico per infiltrazioni: a finire nel registro degli indagati in questo caso sono finiti in 15 tra medici, agenti di commercio e informatori farmaceutici e rappresentanti tra Umbria e Toscana. È stato un paziente a segnalare che l’ortopedico umbro "mi diceva che l’acido ialuronico aveva un prezzo elevato e mi proponeva l’acquisto direttamente alla ditta privata". Il medico è accusato anche di truffa aggravata per aver visitato i pazienti direttamente nel suo studio medico, eludendo il sistema di prenotazione al Cup e quindi danneggiando l’erario.
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