

Nessun beneficio penitenziario per i condannati al 416ter: un altro tassello sta per essere aggiunto
La Commissione Giustizia della Camera ha votato all’unanimità per la sospensione
Le carceri, si sa, sono strapiene. Per questo per alcuni reati minori spesso si evita la pena detentiva (non sempre la forma migliore per il recupero della persona) e si concedono quelli che si chiamano benefici penitenziari: lavori all’esterno, permessi premio, affidamento in prova, detenzione domiciliare, semilibertà...
A breve, si spera, tali benefici non saranno più ammessi per chi è condannato per voto di scambio politico-mafioso. Oggi infatti la Commissione Giustizia della Camera ha votato all’unanimità per la loro sospensione. Un modo concreto per ribadire come la gravità del reato sia decisamente forte e a rischio di reiterazione.
Il voto di scambio infatti è una pratica che mette in crisi la democrazia e mina le istituzioni, perché salva i politici corrotti dalla competizione elettorale e spalanca la società e i mercati legali ai clan criminali. E’, in sintesi, il sistema di cooperazione criminale più funzionale, perché non richiede necessariamente l’appartenenza mafiosa del politico e garantisce invisibilità ai boss. Con Riparte il futuro lo abbiamo ripetuto incessantemente durante i 400 giorni che sono stati necessari per modificare il testo con l'aggiunta della voce “altra utilità” tra le ragioni perseguibili dello scambio. Per ottenere questo primo grande importante risultato abbiamo raccolto centinaia di migliaia di firme.
Se è vera l’importanza di una pena forte (ragione per cui incoraggiamo il parlamento ad andare avanti sulla sospensione dei benefit), è fondamentale che ci sia la certezza del “chi sbaglia paga”: ci auguriamo quindi che qualunque cosa serva per garantire la rottura del legame tra politico e mafioso venga fatto, tenendo in conto che il comportamento va scoraggiato all’origine da una legge efficace e chiara.
Qualora il nuovo testo del 416 ter non produrrà gli effetti sperati (ad oggi è troppo presto per dirlo) torneremo infatti a farci sentire.
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