

Politica e 'ndrangheta a Milano: due episodi che sottolineano l’urgenza della riforma del 416ter
Sono di questi giorni due casi di cronaca che riguardano Milano e che intrecciano politica e ‘ndrangheta. Il primo è l’arresto per accusa di corruzione e turbativa d’asta di Ernesto Palermo, consigliere comunale considerato colluso con le cosche, e del sindaco di Valmadrera (Lecco) Marco Rusconi, noto tra l’altro per il suo impegno (di facciata, evidentemente) volto a promuovere iniziative antimafia sul territorio (per approfondire leggi qui).
Il secondo caso è direttamente legato al tema del voto di scambio politico mafioso e parla di 500 voti che sarebbero stati garantiti da un clan 'ndranghetista a un consigliere comunale per le elezioni del 2011, sempre a Milano (per approfondire leggi qui).
Ora più che mai, in vista delle elezioni europee e soprattutto amministrative, è fondamentale spezzare ogni legame tra politica e mafie, cominciando dal recidere a monte il patto elettorale che risparmia i politici dalla competizione elettorale e permette ai mafiosi di entrare nella vita economica e politica del Paese, a Nord come a Sud.
Non possiamo andare al voto senza una legge sul voto di scambio forte, che garantisca la libertà in cabina elettorale e soprattutto tenga corrotti e corruttori (specie se mafiosi) fuori dalla porta delle Istituzioni.
La campagna Riparte il futuro è impegnata in prima linea, con il supporto di oltre 450.000 italiani, a chiedere alla politica di procedere subito trasformando in legge il testo già approvato dalla maggioranza al Senato perché entri in vigore prima delle elezioni di maggio. Il Paese attende da 20 anni questa riforma, è arrivato il momento di portarla a buon fine.
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