

Relazione ANAC sul whistleblowing, Rif: "Bene i numeri ma ora nessun passo indietro sulla Direttiva europea"
“Il quarto rapporto annuale dell'ANAC sul whistleblowing presentato oggi dal Presidente Cantone non è solo incoraggiante, ma certifica che una legge di protezione per chi segnala corruzione servisse per far uscire allo scoperto potenziali illeciti sul posto di lavoro”, è quanto dichiara Federico Anghelé Responsabile Relazioni Istituzionali di Riparte il Futuro.
Cresce il numero di segnalazioni, con una media ad oggi di due al giorno. E’ il segno, per Riparte il futuro, che questo istituto è utile e risponde a una necessità reale del nostro Paese.
Aumenta la qualità delle segnalazioni ciò dimostra, per Riparte il futuro, come sia stato necessario dare alle persone il tempo di familiarizzare con la norma e acquistare fiducia nei confronti dell’istituto.
È da sottolineare l’aspetto -per Riparte il futuro- di come i whistleblower abbiano fatto ampio uso della piattaforma messa a disposizione da ANAC: tutti gli enti pubblici e privati dovrebbero adottare piattaforme informatiche che diano reali garanzie di sicurezza ai segnalanti.
“Dispiace notare come i dirigenti che segnalano siano sempre troppo pochi: quest’anno solo il 5%”, rimarca Priscilla Robledo di Riparte il futuro. "Il dato sui dirigenti italiani è da sempre in contrasto con i trend internazionali, in base ai quali i profili dirigenziali sono più inclini a segnalare dei dipendenti” .
Infine, da rilevare la crescita delle segnalazioni da parte di militari e forze dell’ordine: un categoria di soggetti che invece la direttiva europea pare escludere dall’applicabilità della norma.
Per Federico Anghelé di Riparte il futuro, “ci aspetta ora un lavoro importantissimo: anche grazie all’impegno di 90 organizzazioni di tutti gli Stati membri (tra cui la nostra), siamo riusciti a ottenere una Direttiva europea per la protezione dei whistleblower approvata ad aprile a larga maggioranza dal Parlamento di Strasburgo. Da settembre inizieranno i due anni necessari a recepirla anche in Italia: da un lato, il testo europeo contribuirà a migliorare la legge italiana; ma dall’altro dovremo prestare grande attenzione a non fare passi indietro rispetto ai diritti già conquistati in base alla legge italiana”.
Partecipa alla discussione