

Prevenire la corruzione nella ricostruzione post terremoto
Un progetto anticorruzione per la ricostruzione, favorendo la rinascita dei territori colpiti dal sisma attraverso la partecipazione dei cittadini.
Centinaia i morti, migliaia gli sfollati, oltre 60 comuni interessati. Questi i numeri causati dai terremoti che hanno sconvolto il centro italia dall’estate scorsa fino a pochi giorni fa. Sono invece 7,8 i miliardi di euro stanziati dal governo per la ricostruzione. Una cifra immensa e necessaria per poter riportare la vita dove la natura l’ha spazzata via.
Ma come possiamo assicurarci che questa ingente cifra sia spesa in modo chiaro e onesto e che ogni singolo euro di soldi pubblici stanziati per aiutare i terremotati non vada sperperato attraverso meccanismi corruttivi? Non sarebbe la prima volta che accade.
Ancora riecheggiano nelle nostre orecchie le risate degli imprenditori corrotti dopo il sisma dell’Aquila, pronti a truccare appalti per le opere di ricostruzione. E come non pensare a tutti gli scandali di corruzione nell’edilizia italiana degli ultimi decenni. Con queste premesse è legittimo essere preoccupati per l’utilizzo dei fondi.
Una soluzione l’ha proposta e attivata On Data, associazione per la promozione della trasparenza che coniuga competenze digitali, open data e giornalismo investigativo. Il progetto appena lanciato si chiama Ricostruzione Trasparente, una piattaforma in rete per monitorare tutti i finanziamenti destinati alla ricostruzione nei territori colpiti del Centro Italia.
L’esigenza è evidente: trattandosi di migliaia di interventi tra infrastrutture, abitazioni, ospedali e scuole di un territorio che interessa quattro regioni - Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria - diventa necessario un controllo sui lavori e sulle spese della ricostruzione.
Come funzionerà la piattaforma?
Ricostruzione Trasparente sarà un sito web aggiornato in tempo reale con i dati dagli Albi pretori dei comuni colpiti incrociati con quelli che saranno resi pubblici sul sito del Commissario per la Ricostruzione. La redazione avrà il compito di verificare e aggregare le informazioni. In contemporanea gli abitanti dei territori potranno segnalare eventuali problematiche della ricostruzione: da semplici ritardi ad attività sospette da parte delle ditte appaltatrici o delle amministrazioni locali.
In questo modo sarà possibile per chiunque, giornalisti o semplici cittadini, capire come sta procedendo la ricostruzione, e notare se ci sono delle incongruenze nelle spese.
Attualmente il progetto è in fase di finanziamento tramite una campagna di crowdfunding partita lo scorso 15 dicembre: l’obiettivo è raccogliere 15mila euro entro il 15 febbraio. Una cifra piccola, per uno scopo grande e nobile come quello di favorire la rinascita dei territori colpiti dal sisma attraverso la partecipazione dei cittadini.
La domanda che viene da porci a questo punto è la seguente: come siamo arrivati a tutto questo?
In un mondo civile non dovrebbe essere pensabile che qualcuno lucri sulle disgrazie della gente. E invece purtroppo gli sciacalli sono ovunque, siano essi ladruncoli, imprenditori o amministratori corrotti.
L’Italia in particolare è un Paese estremamente fragile dal punto di vista delle catastrofi naturali, e non possiamo meravigliarci della potenza della natura. Bisognerebbe piuttosto meravigliarsi del fatto che il 18% degli edifici è costruito abusivamente o senza permessi, e che in alcune aree del Sud Italia si arriva addirittura al 40%.
Si pensi al caso della settimana, l’Hotel Rigopiano. Diverse testate scrivono che probabilmente è il risultato di un abuso edilizio, mai ufficializzato poiché tutti gli indagati del processo furono assolti. Tuttavia il Rigopiano fu costruito in una “zona rossa” ad alto rischio, proprio allo sbocco di un canalone, con le fondamenta che poggiano su un enorme deposito di detriti.
Per evitare tragedie simili, oltre a cercare di diffondere la cultura della legalità, è necessario tenere gli occhi aperti sui tentativi di speculazione del nostro territorio e monitorare le fasi della ricostruzione post sisma, anche grazie a strumenti come Ricostruzione Trasparente.
Partecipa alla discussione