

Tor Vergata, dopo trent’anni di gare chiuse si fa luce sugli accordi edili del gruppo Caltagirone
Un ristretto gruppo d’imprese decide su tutti i lavori nei dei terreni dell’università. Dal 1987 attendevamo trasparenza su questo accordo, oggi l'avremo grazie alle associazioni.
Che tu sia il miglior costruttore d’Italia o del mondo, se volessi provare a vincere un appalto per costruire a Tor Vergata non potresti. Questo perché è ancora in vigore una convenzione stipulata 30 anni fa, quando il terreno venne ceduto all’università che firmò un accordo con un consorzio di imprese private capitanate dalla Vianini spa del gruppo Caltagirone. Questo gruppo, da allora, ha diritto a vedersi assegnare tutti i lavori nella zona, anche senza gare né appalti.
Non si può nascondere poi che quel terreno offra occasioni di immensi guadagni al gruppo: proprio lì è stato costruito il secondo ateneo di Roma, la Vela di Calatrava per i mondiali di nuoto (costata 4 volte tanto e oggi ancora incompiuta), e l’area sarebbe destinata anche alla costruzione del villaggio olimpico, stando al progetto del comitato promotore di Roma 2024.
Il contratto d’esclusiva non ha limiti di budget né limiti temporali; una mossa di abile imprenditoria che dimostra il fiuto per gli affari della Vianini e di Caltagirone che si sono assicurati un pozzo eterno di appalti. Negli anni ovviamente non sono mancate numerose illazioni su trent’anni di concorsi non effettuati.
Così sono intervenute le associazioni CILD (Centro Italiano Legalità Democratica), Open Polis, Cittadinanzattiva, OPA (Osservatorio Pubblica Amministrazione), Carteinregola, Comunità Territoriale VII Municipio, e ovviamente Riparte il futuro, per chiedere che quel contratto venga reso pubblico e nella sua interezza, non solo in minima parte come era un tempo. Il 5 luglio hanno scritto al Rettore della Seconda Università di Roma chiedendo di pubblicare sul sito istituzionale la convenzione.
Nella risposta l'Università fa presente che, secondo le normative prima vigenti, non vi era obbligo di pubblicazione dell'atto integrale, ma solo di una scheda sintetica, da tempo presente sul sito, ma che in seguito alle "modifiche [legislative NDR] del giugno scorso che hanno notevolmente ampliato il contenuto del cd accesso civico" l'istanza delle associazioni è "inquadrabile nella sua ampia accezione", rendendo pubblica la documentazione richiesta sul sito amministrazione trasparente nella sezione "Bandi di gara e contratti".
Grazie quindi alle nuove norme sulla trasparenza (leggasi FOIA) i cittadini potranno conoscere i dettagli e le condizioni della convenzione ancora vigente a trent'anni dalla sua stipula tra alcuni imprenditori privati e la seconda Università di Roma. Tutto ciò può essere considerato un case study sulla forza della società civile unita.
“Oggi, anche se a una prima disamina dei materiali pubblicati la documentazione appare ancora incompleta, un primo importante passo è stato fatto verso un rapporto più trasparente tra cittadini e amministrazione” sottolinea Federico Anghelé di Riparte il futuro. “Inoltre, da quando il Decreto trasparenza che contiene il Freedom of information act entrerà in vigore a fine anno ogni amministrazione, se richiesto formalmente dai cittadini, dovrà pubblicare le convenzioni con cui appalta i lavori, rendendo quindi più difficile la vita degli imprenditori corrotti e degli appalti truccati”.
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