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Riforma della prescrizione breve: un piccolo passo avanti

Riforma della prescrizione breve: un piccolo passo avanti

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PETIZIONE diretta al ministro della Giustizia Andrea Orlando, al premier Paolo Gentiloni e a tutto il Parlamento

La nostra voce, insieme a quella di quasi 110.000 cittadini, non è stata ascoltata e quello approvato alla Camera il 15 giugno 2017 è purtroppo un compromesso al ribasso: se da un lato la riforma è un passo avanti perché aumenta del 50% il termine assoluto di prescrizione per alcuni reati legati alla corruzione, continua a lasciare scoperte una serie di condotte criminali come il traffico di influenze illecite, l’abuso d’ufficio, la turbativa d’asta.

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La petizione

INTRODUZIONE

La prescrizione breve, introdotta nel 2005, ha contribuito a garantire impunità a colletti bianchi e corrotti. Le istituzioni internazionali (OCSE,  Consiglio d’Europa, Commissione Europea, Corte di Giustizia della UE) hanno a più riprese chiesto all’Italia di modificare radicalmente la legge sulla prescrizione proprio per garantire un più efficace contrasto alla corruzione.

Per questo Riparte il futuro ha condotto una campagna indirizzata al ministro della Giustizia Andrea Orlando, ai premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni e a tutto il Parlamento. Cambiare la prescrizione rappresentava un passo fondamentale nella lotta al malaffare.

 


IL PROBLEMA

Il 10% dei processi di corruzione italiani viene bloccato dalla prescrizione contro la media degli altri stati europei che oscilla tra lo 0,1% e il 2%. Nel caso della corruzione internazionale il dato relativo alle indagini prescritte sale al 62%.

 Quante prescrizioni in un giorno?

In questo scenario un termine assoluto di prescrizione troppo breve diventa in maniera evidente un ostacolo alla lotta contro la corruzione consentendo all’imputato di puntare a far prescrivere il suo processo piuttosto che arrivare all’accertamento della verità con una sentenza di condanna o un’assoluzione. Non si può ignorare, in aggiunta, che si stima manchino oltre 9.000 dipendenti alla macchina della giustizia italiana, un quarto della forza lavoro che servirebbe per farla funzionare in modo congruo, da ciò ne consegue l’esasperante lentezza dei processi penali. 

Processi lenti e prescrizione breve sono la combinazione perfetta per garantire impunità a chi corrompe. Schivare le sentenze avvalendosi di strategie dilatorie per arrivare a prescrizione diventa un’ottima scappatoia. Una gara tra astuzia e giustizia.

 

 

 

LE NOSTRE RICHIESTE 

La legge sulla prescrizione breve aveva una enorme criticità, come abbiamo cercato di dimostrare nel nostro report: il meccanismo dell’interruzione disciplinato dall’articolo 161 del codice penale, reso inutile dalla riforma Cirielli del 2005. L’interruzione azzera il cronometro della prescrizione e prolunga il tempo a disposizione per celebrare un processo. Questo si verifica quando la Giustizia compie atti che inequivocabilmente dimostrano l’interesse dello Stato ad accertare la verità in giudizio (ad esempio con un arresto, un interrogatorio o una condanna). La legge Ex Cirielli del 2005 ha cambiato questo meccanismo, impedendo che due atti interruttivi potessero prolungare il processo oltre il termine di prescrizione base + 1/4.

La nostra campagna è nata per modificare quella legge e chiedere due cose:

1) Interruzione della prescrizione dopo la condanna di primo grado.
Crediamo fondamentale che la prescrizione interrompa il suo corso e ricominci a decorrere da zero dopo una condanna di primo grado. Il meccanismo dell’interruzione era già formalmente presente in Italia, come in larga parte dei Paesi europei: ad oggi infatti ogni volta che la giustizia compie atti per contrastare un reato (interrogatori, arresti, condanne etc) il cronometro della prescrizione si azzera. Però “fatta la legge trovato l’inganno”: di fatto questo sistema è stato reso inefficace da un termine assoluto troppo breve (art. 161 cp) che vanificava la regola dell’interruzione. L’interruzione è una caratteristica del nostro ordinamento irrinunciabile che non poteva essere cancellata da una futura riforma, anzi andava potenziata. Solo aumentando questo termine finale l’interruzione poteva a nostro avviso tornare ad essere efficace.

2) Estensione del termine assoluto della prescrizione dopo diverse interruzioni.
Nel procedimento penale italiano, la durata massima di un processo non può superare di un quarto il termine di prescrizione di quel reato. Questo limite ultimo è definito termine assoluto. In altre parole se il reato per cui si procede (es. la corruzione per l'esercizio delle funzioni) si prescrive in 6 anni, il processo per quel reato non potrà durare più di 6 anni + un quarto, cioè 7 anni e mezzo. Ma la storia ci insegna che nel nostro Paese talvolta in 10 anni non si è arrivati a sentenza definitiva. E anche quando un processo di primo grado si riesce a celebrare, e quindi si può ottenere una prima condanna, il condannato potrebbe semplicemente fare appello e aspettare che i tempi biblici della giustizia italiana lo salvino: il processo è prescritto in 7 anni e mezzo dalla data di commissione del reato, e il corrotto rimane impunito.
La nostra soluzione proponeva di raddoppiare questo termine massimo, anziché limitarlo a un quarto, adeguandolo al modello tedesco. Infatti in Germania, il termine assoluto è posto al doppio della prescrizione base. Poniamo che il termine assoluto di prescrizione, quando intervengano diverse ipotesi d’interruzione (come per esempio la condanna di primo grado), sia il doppio dei termini di prescrizione base: in questo modo, per un reato con pena massima di 6 anni vi sarebbero 12 anni per concludere tutto il procedimento fino al terzo grado di giudizio. Così si impedirebbe l’uso dell’appello in modo strumentale: le condanne di primo grado verrebbero prese più seriamente. Il condannato ci penserebbe due volte ad appellare a fini dilatori, consapevole di non poter far prescrivere il processo in tempi brevi.

 

 

LA CAMPAGNA

Sono state raccolte 110.000 firme a sostegno delle nostre proposte ed è stato prodotto un video divulgativo che ha raggiunto oltre 650 mila visualizzazioni per consentire a tutti di comprendere un tema così complesso. Infine è stato prodotto un dossier informativo su “prescrizione penale e corruzione” che è stato a più riprese inviato via mail a Senatori e Deputati impegnati sui temi della giustizia per sensibilizzarli.

Nel corso del 2015 e del 2016 abbiamo seguito con costanza il dibattito parlamentare. La riforma del codice penale, che portava con sé alcune migliorie in materia di prescrizione breve, è stata infine approvata definitivamente il 14 giugno del 2017, dopo ben tre letture da parte di Camera e Senato.

 

 

I RISULTATI

Sia al Senato che alla Camera è stata posta la fiducia da parte del governo, impedendo ogni possibilità di emendare il disegno di legge, che è poi  stato approvato senza alcuna modifica. Insomma, si è trattato di una vittoria di Pirro per noi. La riforma è il frutto di un compromesso tra forze politiche con approcci opposti in tema di giustizia, ma che facevano parte della stessa maggioranza di governo.

Tutto questo ha avuto delle conseguenze: un livello di conflitto politico elevatissimo, la società civile è stata esclusa dal dibattito e le nostre proposte sono rimaste inascoltate.

 

COS'È CAMBIATO NELLA LOTTA A MAFIE E CORRUZIONE? 

 

 

I PRO:

  • Il 416 ter, il voto di scambio politico-mafioso, è passato da una pena di 4/10 anni, a una più severa, da 6 a 12 anni di carcere. Grazie a questo aumento di pena il patteggiamento (e lo sconto di pena conseguente) per l’imputato è diventato quasi impossibile.

  • Per alcuni gravi reati di corruzione (articoli 318, 319, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322-bis*) il termine finale di prescrizione è stato allungato. Per queste condotte criminose infatti è previsto un termine di prescrizione pari al massimo della pena più il 50%. Dunque un reato con pena massima 6 anni prima prescriveva in 7 anni e mezzo e oggi prescrive in 9 anni, dando più tempo alla giustizia per accertare la verità, condannare i colpevoli o assolvere gli innocenti. Purtroppo mancano in questo elenco molti reati insopportabili quanto comuni: traffico d’influenze illecite, turbativa d’asta, peculato, concussione, malversazione a danno dello Stato, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, abuso d’ufficio e la corruzione elettorale. Per questi crimini il tempo di prescrizione non cambierà. La responsabilità è di chi ha preferito mettere una toppa invece di cambiare il vestito lacero. Si poteva cambiare la prescrizione per tutti i reati e dare una legge organica, invece si è scelto il compromesso al ribasso, che ha condotto a questa ennesima eccezione. Certo meglio di niente.

 

I CONTRO:

  • Il termine assoluto di prescrizione per tutti gli altri reati rimane troppo breve. In Germania questo limite di tempo è posto a un numero di anni pari al doppio della pena massima. Oltre 110.00 firmatari avevano chiesto di adeguare i termini di prescrizione italiani al limite previsto dalla legge penale tedesca. Così non è stato.

 

Riparte il futuro ha analizzato il nuovo testo di legge evidenziando con un semaforo le criticità e gli aspetti positivi del nuovo testo.

 


 

Analisi della riforma

Oltre 109.000 firme sono state raccolte a sostegno delle proposte di modifica di Riparte il futuro in materia di prescrizione penale.

La legge è stata cambiata nel giugno 2017 ma non è stato ottenuto il massimo dei risultati sperato. Siamo infatti davanti ad un compromesso al ribasso.

Abbiamo analizzato il testo della riforma e l'abbiamo confrontato il vecchio testo di legge; qui vi proponiamo una breve analisi attraverso il nostro consueto "semaforo".

 

Storia recente della prescrizione

Dal 2005 al 2016, dall'Ex Cirielli al DDL Grasso: questo è il percorso della prescrizione in Italia. Si parte da una legge volta a rendere totalmente inefficace il sistema prescrittivo italiano, fino ad arrivare a una riforma anticorruzione ancora incompleta su questo tema cruciale.

 

2005

Entra in vigore la “ex Cirielli”: in Italia si introduce una legge che rende totalmente inefficace la prescrizione, poiché accorcia della metà i tempi necessari a completare il processo. Secondo il presidente dell’autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) Raffaele Cantone, rappresenta addirittura un “incentivo a corrompere”.
La legge inoltre riceve critiche da diverse istituzioni internazionali (fra cui OCSE, Corte europea dei diritti dell’uomo e Parlamento Europeo) e viene addirittura sconfessata dal suo primo firmatario e proponente, l’allora deputato di Alleanza Nazionale Edmondo Cirielli.

 

2012

La Consulta dichiara l’ex Cirielli incostituzionale.
Il pubblico ministero di Milano Fabio De Pasquale dichiara che da sette anni si è «pianificata nei palazzi di giustizia una strategia del ritardo per impedire che i processi arrivassero a sentenza». L’ex Cirielli rimane incompatibile anche con le convenzioni internazionali dell'Ocse e le sentenze della Corte europea per i diritti dell'uomo.

Nonostante la censura di incostituzionalità e le pesanti critiche a livello internazionale, sembra che il Parlamento non abbia intenzione di mettere mano alle norme sulla prescrizione: la nuova legge anticorruzione, la 190/2012 (cosiddetta “legge Severino”), si "dimentica" completamente di affrontare il problema.

 

2013

La riforma della prescrizione appare all’interno del pacchetto anticorruzione depositato da Piero Grasso, presidente del Senato, il primo giorno della nuova legislatura.
Il testo incontra forti opposizioni in Senato: in particolare, l’Area Popolare (NCD - UCD) si oppone all’allungamento dei termini di prescrizione proposto dal Partito Democratico e insiste per mantenere i tempi previsti dalla ex-Cirielli.

 

2015

Il giorno 21 maggio finalmente, dopo 797 giorni dalla sua presentazione, il nuovo Ddl Anticorruzione viene approvato dalle Camere e diventa legge dello Stato. Il testo contiene alcune previsioni importanti: inasprisce le pene per corruzione, concussione, peculato e associazione mafiosa; condiziona la possibilità di patteggiamento alla restituzione integrale del profitto del reato; estende i poteri dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Purtroppo, però, la disciplina della prescrizione viene stralciata dalla riforma: ancora una volta, si decide di non toccare un tema nevralgico che ha un’incidenza massima sull’effettiva punizione di corrotti e corruttori.

  

2016

Riparte il futuro insieme a 100.000 cittadini chiede al Senato di riprendere al più presto la discussione. Le nostre proposte sulla riforma della prescrizione sono semplici ed efficaci.
Continueremo a monitorare le discussioni e l’operato delle istituzioni su un tema così centrale nella lotta alla corruzione in Italia

 

 

 

2017

La petizione raggiunge oltre 109.000 firme. Il parlamento nel giugno 2017 approva la riforma della prescrizione lasciando parzialmente inascoltate le propsote di Riparte il futuro. 

Sia al Senato che alla Camera è stata posta la fiducia da parte del governo, impedendo ogni possibilità di emendare il disegno di legge, che è poi stato approvato senza alcuna modifica. Insomma, si è trattato di una vittoria di Pirro per noi. La riforma è il frutto di un compromesso tra forze politiche con approcci opposti in tema di giustizia, ma che facevano parte della stessa maggioranza di governo.
Ecco una dettagliata analisi del nuovo testo della prescrizione che ne valuta limiti e aspetti positivi. 

Il dossier

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La prescrizione vista dall'Europa

La vigente riforma della prescrizione breve è stata chiesta al governo italiano a più riprese da diverse istituzioni internazionali tra cui Il Gruppo di stati contro la corruzione (GRECO), l'OCSE, la Commissione europea e la Corte di Giustizia UE.

Da ultimo per esempio la Commissione europea, che nel febbraio 2016, in un rapporto sulla crescita e la competitività dell’economia italiana, individua la corruzione tra i problemi economici strutturali del Paese, resa possibile anche grazie ad una inadeguata disciplina della prescrizione. Secondo lo studio infatti i tassi di prescrizione in primo grado sono aumentati vertiginosamente nel 2014 arrivando al 7,4%, in secondo grado sono passati dal 15% al 23% e un aumento significativo si è registrato anche in Cassazione. Viene inoltre confermato un elevato numero di reati estinti dopo la condanna di primo grado.

Anche la Corte di Giustizia UE, nel 2015, ha dichiarato che la nostra disciplina della prescrizione pregiudica gli interessi della giustizia italiana e dell’Unione Europea.

Abbiamo per lungo tempo chiesto al Parlamento di prendere seriamente in considerazione gli aspetti che noi avevamo evidenziato e le nostre proposte, al fine di riformare la legge sul procedimento penale e rendere realmente efficiente la macchina della giustizia italiana, favorendo così la conclusione per merito dei processi in corso e non per sopraggiunta prescrizione.

L'attuale riforma soddisfa putroppo solo in parte queste aspettative, allungando la prescrizione solo per alcuni reati di corruzione e lasciando fuori condotte criminali molto gravi come la corruzione elettorale, l'abuso d'ufficio o il traffico d'influenze illecite per esempio.
Riparte il futuro ha analizzato nel dettaglio la nuova legge dando conto degli novità positive e dei deficit che ancora ostacolano la giustizia.

Qui potete trovare il nostro semaforo che analizza la riforma nel dettaglio.




I dati sulla prescrizione

I casi più eclatanti

STRAGE DI VIAREGGIO: A RISCHIO PRESCRIZIONE

 

Sono passati anni dal disastro ferroviario di Viareggio e sono a rischio prescrizione i reati di incendio colposo, disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose plurime, al quale si aggiungono i capi di imputazione relativi alla violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro.

DISASTRO ETERNIT: 1 PRESCRITTO

 

È iniziato nel 2009 il  processo contro l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, ex presidente del consiglio di amministrazione della compagnia, che insieme al direttore dell'azienda negli anni Sessanta, Louis De Cartier de Marchienne (deceduto nel 2013 a 92 anni), sono ritenuti gli unici responsabili delle morti per mesotelioma avvenute tra i dipendenti delle fabbriche di Eternit. Nel 2012 il Tribunale di Torino ha condannato di primo grado De Cartier e Schmidheiny a 16 anni di reclusione per "disastro ambientale doloso permanente" e per "omissione volontaria di cautele antinfortunistiche". Nel 2013 la pena è stata "parzialmente riformata" e aumentata a 18 anni. Il 19 Novembre 2014 la Corte di Cassazione ha annullato la condanna dichiarando prescritto il reato.

DISASTRO DI PORTO MARGHERA: 5 PRESCRITTI

 

Per decenni le industrie chimiche della zona hanno riversato sostanze nocive e inquinanti nella laguna provocando gravi danni all’ambiente e decine di casi di tumore tra gli abitanti. L’inchiesta è iniziata nel 1996 e ha portato al rinvio a giudizio vari dirigenti ed ex-dirigenti della Montedison e della Enichem con l’accusa di strage, omicidio e lesioni colpose multiple. Nel 2001 sono stati tutti assolti in primo grado ma in secondo grado c’è stata la condanna per cinque ex dirigenti Montedison a un anno e mezzo di reclusione per omicidio colposo nei confronti di un operaio morto nel 1999. I cinque hanno però usufruito della prescrizione per sette omicidi colposi precedenti e altri dodici casi di lesioni colpose, scarichi inquinanti nella laguna e omessa collocazione di impianti di aspirazione. Gli stessi ex dirigenti sono stati assolti, "perché il fatto non costituisce reato", dall’accusa di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro fino a tutto il 1973. In ogni caso, ai condannati è stata riconosciuta la sospensione condizionale della pena. Nel 2006, la Cassazione ha confermato la sentenza di appello.

CASO LICIO GELLI: PRESCRITTO 

 

Questa è villa Wanda, dimora aretina di Licio Gelli. L'ex "maestro venerabile" della Loggia P2, deceduto nel dicembre 2015, ha potuto tornare a disporre liberamente dei 32 vani e degli 11.000 mq di giardino della villa nel gennaio 2015 perché i reati fiscali che avevano portato nel 2013 al sequestro preventivo dell'immobile sono stati dichiarati prescritti e si è proceduto al dissequestro.

PROCESSO MILLS: 1 PRESCRITTO

 

Accusato di corruzione in atti giudiziari per le mazzette da 600 mila dollari versate al testimone inglese David Mills, in cambio del silenzio su alcuni conti offshore, l'ex premier Silvio Berlusconi si è salvato proprio grazie alla ex Cirielli (che ha abbassato da 15 a 10 anni i termini per il reato in questione). La prescrizione è intervenuta anche nei processi relativi  all'intercettazione Fassino-Consorte, della corruzione giudiziaria della Mondadori e per i falsi in bilancio della Fininvest (caso All Iberian), che lo vedevano coinvolto.

PROCESSO CASSIOPEA: TUTTI PRESCRITTI

 

Una delle più grandi inchieste mai realizzate in Italia nell'ambito della gestione illecita dei rifiuti è partita nel 1999 portando a galla un traffico di rifiuti speciali che da Toscana, Piemonte, Veneto venivano trasportati e illecitamente smaltiti in Campania, Calabria e in Sardegna. Risultavano coinvolte almeno una quarantina aziende tra centri di stoccaggio, società commerciali e di gestione discariche, società di autotrasporto. Nonostante i ben 97 rinvii a giudizio per imprenditori, faccendieri e mediatori con accuse di associazione a delinquere finalizzata a disastro ambientale e all’avvelenamento delle acque, realizzazione e gestione di discariche abusive, il processo, partito nel 2003, è proceduto con enorme lentezza e nel 2011 è scattata la prescrizione dei reati ambientali contestati.

PROCESSO PENATI: PRESCRITTO

 

Anche l'ex braccio destro di Bersani, Filippo Penati, è stato oggetto di prescrizione nell’ambito del processo relativo al "sistema-Sesto" (una rete di tangenti per la spartizione di alcune aree industriali). Accusato di aver intascato mazzette per oltre due milioni di euro, aveva in un primo momento dichiarato di voler rinunciare alla legittima prescrizione, ma poi è tornato sui suoi passi e il processo è proseguito solo per accuse più recenti, che sembrano più difficili da dimostrare.

DISCARICA DI PITELLI: PRESCRITTI

 

La discarica di Pitelli (La Spezia) è stata attiva dalla fine degli anni Settanta fino agli anni Novanta. Poi chiusa e posta sotto sequestro dall'autorità giudiziaria in seguito al ritrovamento di rifiuti pericolosi. L’inchiesta è stata avviata nel ‘96 e il processo per disastro ambientale nel 2003. Nel 2011, a 15 anni dal primo sequestro, dopo che la prescrizione ha fatto decadere la gran parte dei reati ambientali contestati, gli 11 imputati sono stati assolti.

CASO PALENZONA: PRESCRITTO

 

Fabrizio Palenzona, big della finanza, autostrade e costruzioni, ha goduto della prescrizione nel processo che lo vedeva accusato di aver intascato almeno un milione di euro su una rete di conti di famiglia tra Svizzera e Montecarlo, mai dichiarati al fisco e scoperti grazie alle indagini sulle scalate bancarie del 2005.

CASO MOSE: A RISCHIO PRESCRIZIONE

 

Nonostante la cronaca quotidiana non riporti più molti dettagli sulle vicende giudiziarie dello scandalo, sembra che per la maggior parte dei coinvolti nel caso Mose il quadro indiziario regga. In particolare il processo all’ex sindaco Giorgio Orsoni rischia di portare a una scadenza dei termini poiché gli episodi di finanziamento illecito dei partiti che gli vengono contestati risalgono a oltre cinque anni fa. Dopo sette anni e mezzo, si sa, scatta la prescrizione e anche se in primo grado l'imputato fosse condannato, l'appello potrebbe sforare i tempi.

PROCESSO GERONZI: PRESCRITTO

 

La prescrizione è scattata nel 2004 anche per il manager Cesare Geronzi che insieme a altri banchieri era imputato in un processo per aver rilasciato false dichiarazioni alla Banca d'Italia, relative ai bilanci proprie società.

PROCESSO ARTEMIDE: 8 PRESCRITTI

 

Nel 1999 è iniziato il processo presso il Tribunale di Castrovillari nei confronti di 11 imputati ritenuti responsabili dell’interramento di circa 30mila tonnellate di rifiuti nella piana di Sibari. Nel 2008 il Tribunale ha assolto i tre principali accusati “perché il fatto non sussiste”, dichiarando il “non doversi procedere” nei confronti di altri otto indagati per disastro ambientale per intervenuta prescrizione.

CASO IORIO: PRESCRITTO

 

L’ex governatore del Molise, Michele Iorio, ha beneficiato degli effetti della prescrizione solo all’ultimo grado di giudizio, in Cassazione, dove la condanna a 18 mesi per abuso d’ufficio da parte del tribunale di Campobasso è sfumata.

INTER E JUVENTUS: PRESCRITTE

 

Non tutti sanno che anche due tra le squadre di calcio più amate sono state graziate in qualche modo dalla prescrizione. In particolare, per quanto riguarda il processo sul doping che ha coinvolto la Juventus, sono stati prescritti nel 2007 Riccardo Agricola e Antonio Giraudo, il medico e l' ex amministratore delegato bianconeri, accusati nel ‘98 di frode sportiva.  Mentre l’Inter ha potuto mettere una pietra sopra sulla cosiddetta Calcipoli bis del 2006, quando la società nerazzurra e l'allora presidente Giacinto Facchetti furono accusati di "condotte finalizzate ad assicurare un vantaggio in classifica".

Aggiornamenti

Rule of law
14 marzo 2018

Legislatura che va, legislatura che viene: cosa è stato fatto contro la corruzione negli ultimi 5 anni?

L'Italia è migliorata di 18 posizioni nella classifica mondiale della corruzione, anche grazie allo stimolo della società civile

Foto dell’autore Chiara Caprio

Facciamo il punto sull'anticorruzione in Italia: Whistleblowing, Codice Antimafia, Foia e gli altri provvedimenti approvati durante la XVII legislatura

Continua a leggere Lettura 11 min
Rule of law
26 giugno 2017

Salute della giustizia e corruzione: parlano i dati

La correlazione, messa in luce dal Termometro della Corruzione di Riparte il futuro, misura la febbre dell’Italia

Foto dell’autore Laura Ghisellini

La buona salute della giustizia è uno dei primi fattori che condizionano lo sviluppo di un Paese, nonché uno dei primi indicatori connessi al livello di malaffare

Continua a leggere Lettura 5 min • Una risposta
Aggiornamenti
16 giugno 2017

Candidati che non vogliono essere votati, il Papa in prima linea, la prescrizione si allunga: le news della settimana

Fazio va al ballottaggio ma non vuole i voti. Il Santo Padre dice: “La corruzione è una bestemmia”. Il ritorno di Formigoni a ritmo di Rolex.

Foto dell’autore Edoardo Garibaldi

Formigoni sempre più indagato, il Papa in prima linea, la prescrizione che cambia e molto altro

Continua a leggere Lettura 5 min
Whistleblowing
20 aprile 2017

Storia di Vito: una verità scomoda caduta in prescrizione

Incaricato di revisionare le spese per il trasporto pubblico del Comune di Pavia, Vito Sabato si accorge che un milione di euro è sparito nel nulla.

Foto dell’autore La Redazione

Questa vicenda inizia con 1.000.000 euro rubati e finisce con l'impunità. Il video di Riparte il futuro.

Continua a leggere Lettura 3 min • Una risposta
Rule of law
17 marzo 2017

Il Senato riforma il codice penale. Prescrizione e 416 ter inclusi

Oltre 920 giorni di attesa per una riforma del codice penale. Ma cosa cambia nella lotta alla corruzione?

Foto dell’autore Pietro Mensi

Oltre 920 giorni di attesa. Il Senato vota “Si” alla fiducia chiesta dal governo, passano le modifiche del codice penale: tempi di prescrizione allungati per i reati di corruzione e 2 anni in più per il voto di scambio politico-mafioso.

Continua a leggere Lettura 4 min

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