Centinaia di migliaia di cittadini hanno chiesto a gran voce la cessazione immediata di qualsiasi vitalizio erogato agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati come mafie e corruzione. In pochi mesi la petizione ha superato il mezzo milione di adesioni diventando di fatto la più vasta mobilitazione digitale mai organizzata in Italia.
Portando il tema all'odg della agenda politica e sui media, abbiamo interpellato i 38 membri degli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, in grado di procedere immediatamente con la modifica del Regolamento. Li abbiamo cercati sui social network e di persona e abbiamo raccolto pubblicamente le loro intenzioni. Abbiamo chiesto l'intercessione dei Presidenti di Camera e Senato, cosegnandogli le firme dei cittadini, e finalmente abbiamo ottenuto la calendarizzazione della riunione congiunta.
Il 7 maggio 2015 la delibera sui vitalizi per i parlamentari condannati è stata finalmente approvata. Dall'entrata in vigore non riceveranno più il vitalizio i deputati e i senatori condannati, in via definitiva, a pene superiori a due anni di reclusione per tutti i delitti di mafia e per tutti i delitti che vanno dal peculato alla concussione. Il vitalizio non sarà più erogato neanche ai parlamentari condannati a due anni di reclusione per tutti gli altri delitti che hanno una pena massima prevista di 6 anni. È un progresso parziale ma la strada è imboccata, grazie all'azione della società civile.
Si poteva fare meglio? Sicuramente sì, ad esempio introducendo l'abuso d'ufficio. Oppure inserendo reati con pena massima di 5 anni, per i quali scattano le intercettazioni telefoniche e ambientali, come pure abbiamo proposto. Poteva andare peggio? È ancora più sicuro: se nemmeno questa delibera fosse stata approvata tutto sarebbe rimasto come prima. Con il vitalizio pagato a chi ha subito condane definitive per reati gravi. Anche per quanto riguarda la riabilitazione, che è prevista dal Codice penale per tutti i cittadini e che viene decisa dal Tribunale di Sorveglianza, cioè dalla magistratura, Libera ha proposto che si modifichino gli articoli del Codice penale, prevedendo, come si farà per il patteggiamento, che non sia possibile la "riabilitazione" se non si è restituito almeno il maltolto.
La battaglia continua. Anche grazie alle firme raccolte.
Ultimo aggiornamento: maggio 2015
avanzamento:
Corriere della Sera, 8 maggio 2015 - Un passo avanti tormentato suggerito anche dal voto, editoriale di Massimo Franco
"[...]il fatto che sia passato quasi un anno dalla proposta iniziale avanzata dal presidente del Senato, Pietro Grasso, e molti cambiamenti e rinvii, rende il voto di ieri nel Consiglio di presidenza dei due rami del Parlamento un passo avanti. Un faticoso passo avanti, perché le resistenze erano e sono trasversali e fortissime. "
"Si intuisce che esistevano ed esistono riserve diffuse sul provvedimento. [...] Eppure, un’associazione antimafia come Libera, che aveva raccolto oltre 500 mila firme, ha salutato insieme al Gruppo Abele il voto con soddisfazione: come quel «segnale concreto e forte» sottolineato dal presidente del Senato."
IlFattoQuotidiano.it, 7 maggio - Vitalizi: approvata l'abolizione (a metà)
"Abolizione (a metà) dei vitalizi ai condannati: dopo mesi di rinvii e ripensamenti con un ritardo forse solo secondo a quello sulla legge anticorruzione c’è il via libera dell’ufficio di presidenza della Camera e del Senato. Restano fuori prima e votano contro poi i 5 Stelle (“Compromesso al ribasso”), mentre Forza Italia ha abbandonato i lavori in entrambi i casi (“Ci voleva una legge ad hoc”). Non ha partecipato al voto Area popolare. Sì di Pd, Lega Nord, Sel e Fdi. La presidente Laura Boldrini: “E’ un forte segnale di moralizzazione”. Il questore M5S Laura Bottici: “Questa non è la delibera originale, né quella mia, né quella di Grasso dello scorso anno, sulle quali abbiamo fatto battaglia per undici lunghi mesi”.
L’abolizione a lungo agognata arriva dopo la campagna di Liberache ha raccolto 500mila firme, ma è comunque zoppa."
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